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Luigi Einaudi
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Quotes by Luigi Einaudi
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La moltitudine odierna delle leggi nuove, il moltiplicarsi quotidiano di migliaia di leggi, regolamenti, ordini, hanno fatto sì che la parola legge non ha più alcun senso, che la legge è diventata un arbitrio, che la legge non è più norma generale applicabile in modo duraturo a tutti, ma una regola arbitraria, creata volta per volta a regolare il caso singolo: la legge non è più ordine, certezza di vita, ma disordine, fomento d'incertezza.
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E' un errore grave credere che sia dannoso mettere tanta gente allo studio. Non ce ne sarà mai troppa, fino a che tra i sei e i venticinque anni ci sarà qualcuno il quale non abbia avuto l'opportunità di studiare quanto voleva e poteva.
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Il re del mondo economico, in un libero mercato, è il consumatore ed egli ha, ministro ubbidiente, esecutore fedele dei suoi ordini, il prezzo...Le perdite e i fallimenti sono uno strumento per eliminare dal governo economico i ministri incapaci o infedeli ben più efficace dei plebisciti e delle votazioni parlamentari. La loro forza è silenziosa ma inesorabile.
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L'intelligenza di uno scrittore può essere presa a nolo; ma non si negozia il senso morale di chi vuole che il suo diario [leggasi: giornale] esponga la sua opinione e non quella dell'industriale che paga gli annunci, del dittatore che impone opinioni, del pubblico tumultuante esasperato da demagoghi.
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Il pubblico si lascia non di rado guidare da una pubblicità interessata e giova che una educazione scientificamente imparziale e oggettiva, attenui gli errori commessi dagli uomini nel distribuire il reddito tra i vari consumi, pur lasciando ad essi la decisione ultima.
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La libertà, che è esigenza dello spirito, che è ideale e dovere morale, non abbisogna di istituzioni giuridiche che la sanciscono e la proteggono, non ha d'uopo di vivere in questa o quella specie di società politica, autoritaria o parlamentare, tirannica o democratica; di una particolare economia liberistica o di mercato ovvero comunistica o programmata. La libertà esiste se esistono uomini liberi; muore se gli uomini hanno l'animo di servi.
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La pianta della concorrenza non nasce da sé, e non cresce da sola; non è un albero secolare che la tempesta furiosa non riesce a scuotere; è un arboscello delicato, il quale deve essere difeso con affetto contro le malattie dell'egoismo e degli interessi particolari, sostenuto attentamente contro i pericoli che da ogni parte lo minacciano sotto il firmamento economico.
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In un paese libero, la classe dirigente deve abituarsi a discutere con serietà di studi, di osservazioni e di ragionamenti, stando lontana come dalla peste dai faciloni e dai demagoghi.